RECENSIONE A CURA DI MATTEO “KID M” NAZZARRI

I Vexovoid, gruppo trash metal proveniente dalla ridente e luculliana regione della Toscana, sono un gruppo musicale davvero interessante e stimolante dal punto di vista della tecnica di ascolto. Formatisi nel lontano anno 2013, fin dal principio hanno portato avanti un preciso cammino compositivo : atmosfere spaziali, riffoni sgroidali di chitarra allucinati… Parliamo di un thrash dai forti connotati sia tecnici che ”spaziali”, i cui capostipiti sono indubbiamente i canadesi Voivod, che sono stati successivamente seguiti “a ruota” dai Droid, i Black Fast ed infine eccoci qui ai nostrani Vexovoid. I Vexovoid in seguito alla loro nascita pubblicano nel 2014 l’EP “HERALD OF THE STARS”, seguito finalmente 3 anni più tardi dalla loro opera prima intitolata CALL OF THE STARFORGER (ristampata in luglio 2021 con l’aggiunta del loro EP d’esordio appunto). Il brano apripista che ha l’onore di aprire le danze è la potente OMEGA VIRUS, un’apertura di album come poche altre note al mondo. Un intro brevissimo ci trasporta immediatamente in tutta la potenza che la band è in grado di esprimere, con un riff incisivo e veloce, con la batteria fumante di Mattia Mornelli che possiede una tecnica alquanto invidiabile che infonde energia e dinamismo, la voce di Danny Brunelli è unica e ficcante, con evidenti rimandi al leader dei Coroner Ron Royce. QUANTIC RAPTURE crea la giusta e solbiata atmosfera claustrofobica dominata dal basso di Brunelli ; gli oltre otto minuti di GALAXY’S ECHOES sono un fulgido e cristallino esempio di altissima capacità compositiva mista a “sentilio emotionantis” : continui e ripetuti cambi di tempo creano un limbo musicale nel quale i Vexovoid vagano con sicurezza ed autorevolezza senza paura, in attesa di fare esplodere nel finale del brano un assolo di chitarra mostruosamente perfetto ed impeccabile. PROPHET OF THE VOID, DEAD PLANETS THRONE e soprattutto la conclusiva THE STARFORGER sono brani che ti scaricano addosso una raffica continua ed inarrestabile di proiettili vaganti musicali decisamente troppo dolorosi musicalmente da poter essere smaltiti in maniera così facile e rapida. In particolare THE STARFORGER si erge in maniera naturale ad autentico sigillo di un disco davvero ben concepito, davvero ben sviluppato, davvero ben suonato e cantato. L’immagine presente sulla cover creata dal bravissimo Marco Hasmann fa tutto il resto. In sostanza, CALL OF THE STARFORGER entra di diritto nell’olimpo dello SCI-FI THRASH METAL . VOTO 8.0