RECENSIONE A CURA DI Matteo “Kid M” Nazzarri

Il progetto musicale dei tHE mURGEN trova le sue radici nel lontano anno 2014 in quel della cittadina lombarda di Sesto San Giovanni, ribattezzata tempo addietro come la Stalingrado D’Italia per via della massiccia presenza operaia e dell’attività dei sindacati che la resero incandescente con la conseguente occupazione delle fabbriche ed il rapido diffondersi di scioperi nelle aziende. 7 anni fa Alessandro Marchetti e Luca Candellero si incontrano, si intendono fin da subito fra loro dal punto di vista artistico e decidono di fondere le loro menti per far venire alla luce nell’anno successivo un interessante album d’esordio intitolato HOMONYMIC, naturalmente all’insegna del progetto chiamato tHE mURGEN. Nel corso degli anni l’ensemble musicale ha subito diversi cambi di formazione, dipartite formazionistiche ed anche un incidente serio che nel 2016 ha rischiato di mettere un duro stop alla carriera artistica del chitarrista Luca Candellero. Luca e Alessandro però nel corso del tempo resistono, si danno dannatamente da fare per non fare spegnere quella loro intensa ed illuminante fiammella compositiva che li unisce fin dal principio ed insieme ai fidi Marco Genitoni e Damiano Ferrati (rispettivamente batterista e bassista e componenti che vanno a completare l’attuale formazione) riescono a partorire con orgoglio nello scorso “Anno Horribilis” 2020 la loro seconda opera discografica dal nome EDUCATIONAL HAZARD. EDUCATIONAL HAZARD è un disco di chiaro stampo Industrial & Dark che fin dalla track apripista BLOOD sprigiona un’intensità musicale, sonora e compositiva di rara bellezza e che invita l’ascoltatore a “spaccare” nel vero senso del termine tutto ciò che è circostante. L’estrema capacità compositiva dei nostri trova terreno decisamente fertile nelle successive tracks CHEMICAL HOPE e ASHES, durante le quali viene a formarsi una sorta di ambiente promiscuo che trova la sua naturale fusione fra la schizofrenia più totale ed una discesa senza freni negli inferi del nostro animo più nero. Di indiscusso spessore musicale anche per esempio SLEEP, IN MY MOUTH ed anche l’orgasmica CANNIBAL FLOWER (sensazioni forti dall’inizio alla fine del suo minutaggio). La conclusiva BE A GOOD BOY spazza via senza nessun appello qualsiasi dubbio riguardo i tHE Murgen. Si può seriamente affermare che negli uffici della VOMIT ARCANUS PRODUCTIONS abbiano saputo tirare fuori dal cilindro un album davvero innovativo, rivoluzionario, alquanto coraggioso oserei dire. CHAPEAU! VOTO 8.0