
A Cura di: Enzo”Falc”Prenotto
Prima di partire con la revisione del film in questione è doveroso fare una piccola premessa. Questa nuova rubrica non vuole essere una vera e propria recensione ma più un “consiglio” cinematografico e per rimanere in tema sarà il “MacGuffin” ossia la scusa per parlare anche di altro, in questo caso ci si focalizzerà anche sulla colonna sonora. Per farla breve, molta attenzione sarà data ai film con una colonna sonora interessante sia per la presenza di gruppi metal o che abbia una valenza storica o culturalmente importante. Si aggiunge che chi volesse consigliare qualche film che ritiene valido per colonna sonora o anche perché parla di musica ce lo comunichi senza problemi e si provvederà a farne un articolo a riguardo.
Come primo film di questa rubrica ci si occuperà del thriller/horror dalle atmosfere paranormali The Devil’s Candy. Il film è uscito nel 2015 e vede alla regia l’australiano Sean Byrne che esordì con The Loved Ones nel 2009.

La storia ruota intorno ad una famiglia americana composta dall’artista/pittore Jesse Hellman (interpretato da Ethan Embry), Astrid Hellman (Shiri Appleby) e Zooey Hellman (Kiara Glasco). A fare da, diciamo “antagonista”, c’è Pruitt Taylor Vince nella parte di Ray Smilie. Il film inizia quindi con la famiglia di Jesse che decide di trasferirsi in campagna per fare in modo che Jesse trovi nuova ispirazione per i suoi dipinti. Finiscono a vivere nella tipica casa dispersa nei campi americani dove si scoprirà che ci sono morte due persone. All’inizio tutto procede bene ma poi la vita della famiglia sarà sconvolta prima dal personaggio di Ray, uomo dalla mentalità deviata, per poi vedersi incrinata nei rapporti tra i suoi membri a causa di strane visioni di Jesse che rischierà un crollo psicologico. In mezzo ci sarà qualche omicidio, irrisolto e non, a causa di un serial killer disturbato a causa di voci nella testa. Questa a grandi linee la trama che non è particolarmente innovativa ed i colpi di scena sono abbastanza intuibili per chi banchetta a pane ed horror.
Ciò che in realtà funziona in questo film è il modo di dare degli interessanti spunti di riflessione. Nonostante una durata esigua (che accelera un po’ troppo gli eventi e che non permette una messa a fuoco più ampia dei personaggi) ed una stereotipata atmosfera horror a base di Satana, croci rovesciate e psicologie deviate, il regista punta su qualcosa di più. La musica metal in primis, è un collante tra i membri famigliari e non viene sfruttata per le solite crociate contro gli ascoltatori metallari/satanisti/drogati ma proprio per unire, creare felicità e per in qualche modo “affrontare le avversità” o le sofferenze interiori.

L’arte poi, non come erroneamente in molti hanno scritto, viene sempre vista in maniera positiva e solo quando “cede” il passo a qualcosa di negativo come l’essere a servizio del dio denaro assume un aurea malvagia. C’è una forte critica a come l’arte, al giorno d’oggi, venga sempre più sfruttata per qualcosa diverso dal suo vero essere e di come una certa società americana, specie quella più rurale, sia troppo legata a tradizioni e ad un passato ideologico/religioso troppo preponderante. Non a caso il “cattivo” è succube di un ideologia religiosa famigliare e forse quello è uno dei problemi sociali più grossi in America dove tutto deve essere dettato dai soliti cliché religiosi.
Il montaggio si prende comunque i suoi tempi sviluppando gli eventi con i giusti tempi ma con un’azione sempre costante che tiene l’attenzione sempre costante. La fotografia punta a luci e colori molto accesi, caldi e forti dandogli un atmosfera molto vintage/old school che potrebbe anche ricordare qualcosa di Rob Zombie. Gli attori funzionano tutti bene nonostante molti siano più impegnati in serie TV e soprattutto il film ha molte chiavi di lettura soprattutto il finale che pare una sorta di indicazione su quanto le scelte di ognuno di noi possano portare a determinati epiloghi in base all’ideologia che sta dietro alle scelte stesse.
Andando poi alla colonna sonora c’è molto per cui ogni appassionato di musica dovrebbe leccarsi i baffi. C’è il doom/drone metal dei Sunn O))) (omaggiati anche nelle note della chitarra elettrica suonata dal pazzo Rye), ci sono sonorità più moderne come quelle dei Ghost “From The Pinnacle To The Pit” alternate al post-thrash metal dei Machine Head che irrompono con la furiosa “Sail Into The Black”. Non potevano non mancare gli Slayer con “You Against You” ma entrano in gioco anche bands meno conosciute che potrebbero incuriosire molti. C’è il blues/garage rock adrenalinico dei The Wanton Bishops, gli australiani Spiderbait con il loro rock alternativo e i Goya a suon di stoner/sludge. Va nominata anche la dea PJ Harvey nella meravigliosa “The Devil”. Una soundtrack quindi molto variegata e che è molto utile per scoprire gruppi finora ignoti.
Buona Visione e Buon Ascolto!
Soundtrack:
1. Sunn O))) – “Belürol Pusztít”
2. The Wanton Bishops – “Shake”
3. Spiderbait – “Conjunctivitis”
4. PJ Harvey – “The Devil”
5. Ghost – “From The Pinnacle To The Pit”
6. Goya – “Blackfire”
7. Slayer – “You Against You”
8. Machine Head – “Sail Into The Black”
9. Aurora Surgit – “Dies Irae (Sequentia)”
10. Sunn O))) – “Decay 2 (Nihils’ Maw)”