RECENSIONE A CURA DI MATTEO “Kid M” Nazzarri

Strana creatura lo “SLAVIC FOLK METAL”, strana in quanto se mi metto intensamente a riflettere sulle molteplici entità musicali che popolano il panorama musicale balcanico-russo non riesco onestamente a fare affiorare alla mia mente realtà inedite ed azzardate quali il gruppo musicale dei SIETA. E chi sono mò questi SIETA, penserete voi… Si definiscono sostanzialmente un ensemble musicale “FOLK METAL” e danno alla luce nel corrente anno 2021 la loro opera discografica di esordio dal titolo significato NOVGOROD. Come da loro stessi dichiarato, “è un album storico concettuale su una rivolta dell’antica città di Novgorod contro il battesimo di Rus. Il concetto principale dell’album è un contrasto tra cristianesimo e paganesimo che è mostrato attraverso la musica con Black Metal e Folk Metal rispettivamente”. La peculiarità originale e curiosa dell’intero album è senz’altro l’esprimersi attraverso i testi scritti in due lingue: il russo antico, che era la lingua del popolo, e lo slavo ecclesiastico antico, che era la lingua della Chiesa. Ok, è una gran figata direte voi. MAH ! Perché c’è sempre un mah ! Se da un lato l’intero progetto musicale risulta essere di sicuro nuovo nell’universo delle sette note ed in un certo senso capostipite di un sentiero artistico fin qui per niente battuto, dall’altra parte tutto il disco pecca un po’ di estremo ricorrere alla semplificazione e banalizzazione del tema trattato tramite il ricorrentissimo usufrutto della vocalità growl che va a certo discapito della buona tecnica musicale e della capacità compositiva . Si parte con uno strumentale di poco conto rinominato per l’occasione INTRODUCTION (fantasia a profusione, apperò) per poi immetterci nel primo vero brano dell’album nonché title track NOVGOROD. La potenza di cassa e rullante è senz’ombra di dubbio presente ed appare come scheletro vero e proprio di tutto il disco, peccato non si possa dire lo stesso della voce del cantante. KNYAZ ed anche OUR SPIRIT continuano nel racconto della antica rivolta della città di Novgorod, ma si fatica davvero tanto a restare dietro a questo racconto. Sul finir di album una menzione doverosa per il brano di circa 12 minuti BATTLE, composizione che per far parte di un album di debutto di questo genere ha certamente doti da vendere bene. In conclusione, come recitava un famoso inciso del passato, “SI PUO’ DARE DI PIU’”. Mi vien da aggiungere “MOLTO DI PIU’”. VOTO 6.0