RECENSIONE A CURA DI FABRIZIO PAVAN

I Sense of Fear sono una band nata in Grecia alla fine degli anni novanta, inizialmente conosciuti con il nome di Holy Prophecy. La formazione è quella classica di cinque elementi composta da Ilias Kytidis alla voce, Glannis Kikis e Themis Lakovidis alla chitarre, Dimitris Gkatziaris al basso e Markos Kikis alla batteria. La band propone un heavy metal classico eseguito in maniera egregia.
Nonostante gli anni di gavetta, il loro primo lavoro vedrà la luce solo nel 2013 con l’EP omonimo “Sense of Fear”. E’ del 2018 invece il loro album di debutto “As the Ages Passing By …”, un album dal sound moderno composto da dieci pezzi selezionati tra tutto il materiale mai pubblicato di questi anni. Il tema ricorrente è quello della paura intesa come istinto degli uomini alla propria sopravvivenza.
I pezzi “Angel Of Steel”, “Sense Of Fear” e “Torture Of Mind” vengono qua riproposti ma erano già presenti nel già citato EP omonimo.
Le canzoni, pur non brillando particolarmente per originalità, hanno il pregio di arrivare subito all’ascoltatore nonostante la struttura sia articolata e a tratti complessa.
In questo album a farla da protagonista sono gli assoli di chitarra di Glannis Kikis e Themis e la sezione ritmica di forte impatto, in grado di dare la giusta svolta ad alcuni pezzi che altrimenti sarebbero risultati spesso eccessivamente scontati.
La voce di Ilias Kytidis convince nelle parti melodiche, meno nei brani più aggressivi dove spesso non è abbastanza potente da imporsi alla ritmica. Questo problema lo riscontriamo fin dal primo pezzo “Molten Core”, che comunque rimane un buon brano soprattutto grazie al ritornello carico di energia.
Vale la pena citare anche la terza traccia “Black Hole”, che convince grazie all’atmosfera cupa e al sound vigoroso.
Non poteva mancare una ballata malinconica, “The Song of a Nightingale”, pezzo adorabile che si conclude con un degno assolo di chitarra acustica.
Ottimi anche i brani “Torture of Mind” e “Sense of Fear”, che offrono infatti spunti interessanti, dando particolare visibilità al virtuosismo dei preparatissimi musicisti.
Purtroppo bisogna ammettere che non mancano i brani mediocri, tra tutti “Unbreached Walls”, forse il pezzo più debole. Nato probabilmente con l’intenzione di accontentare una fascia di pubblico più ampio finisce, come spesso accade in questi casi, per non convincere i più.
In conclusione i Sense of Fear pur non avendo ancora trovato appieno una propria identità, dimostrano di avere delle ottime potenzialità, che purtroppo non sono ancora riusciti ad esprimere al meglio. L’album, pur peccando per originalità, è suonato in maniera impeccabile e non mancano i momenti entusiasmanti. Sicuramente dovremo tenere d’occhio la band perché con i giusti accorgimenti potrebbero stupirci con il prossimo album. VOTO 6