RECENSIONE A CURA DI NOCTIS

Gli PSYCHO VISIONS si sono formati nel recente 2015 in Polonia, a Rzeszów, Podkarpackie. Sono una band Metal, nel senso ampio della parola, dal momento che il loro sound è influenzato da una varietà di generi che vanno dal Melodeath al Progressive ed al Thrash Metal. Al momento nel loro palmares hanno pubblicato un demo targato 2015 e due full-length: “Inflect” (2018) ed “Our Own” (2020).
Quest’ultimo conferma l’idea dei ragazzi di creare una loro impronta personale, musicalmente parlando, da una vasta gamma di generi e sottogeneri e ciò si traduce in canzoni, che sono molto diverse per quanto riguarda il sound e soprattutto la composizione e la struttura. Ottimi esempi di ciò si possono trovare ovunque nell’album, in tutti gli otto brani presenti in questo disco.
Oltre alla composizione variegata e buona, per un lavoro da indipendente, abbiamo anche un suono molto interessante, con molti cambi di ritmi e velocità ed armonie, il che rende però a volte molto impegnativo l’ascolto. Molto potenti e ruvidi le chitarre, così come molto aggressivo e potente anche il basso, che accompagna molto bene la batteria molto cadenzata e “camaleontica”. Molto varie anche le linee vocali, che altalenano dalle urla e scream alla voce pulita.
Gli PSYCHO VISIONS suonano la maggior parte delle loro canzoni in mid-tempo, ma spesso ci presentano mille variazioni, infatti spesso ci sono parti più lente, come in “Everywhere Yet Nowhere” ed alcune eruzioni molto ritmate come in “Two Sides”. Le parti melodiche in “Everywhere Yet Nowhere” all’inizio hanno alcune influenze in stile IRON MAIDEN e la morfologia di questa canzone è abbastanza complessa, con molti cambiamenti nel ritmo.
Inoltre la band dedica molta attenzione al aspetto grafico, infatti troviamo un artwork molto bello e singolare, che denota anche in quest’aspetto il desiderio dei ragazzi di lasciare una loro impronta propria sulla scena Metal.
PSYCHO VISIONS hanno un’idea molto personale per quanto riguarda la musica che vogliono creare, infatti nel loro album “Our Own” stabiliscono un loro asset unico. L’album è principalmente guidato dalle sue strutture di canzoni complesse e distorte, così come dalla combinazione di elementi di quasi tutti i sottogeneri Metal. I ragazzi sono molto bravi a mettere insieme tutti questi elementi e ad inserirli in canzoni coerenti che sono la prova di un ottimo songwriting. “Our Own” non è sicuramente un album mainstream e non sarà un’album che piacerà a tutto il pubblico, ma sicuramente in futuro ci sorprenderanno con altre creazioni altrettanto valide e genuine come queste. VOTO 7.5