RECENSIONE A CURA DI di Matteo “Kid M” Nazzarri

“Odyrmos”, lemma unico-maschile-singolare che nel linguaggio ellenico sta a significare “lamento”, ed effettivamente di autentico lamento parliamo riguardo l’opera musicale di debutto di questo duo musicale greco composto da Alan Brucke alla voce e da Andrew Tsekrekos alla restante strumentazione sonora. Noi di BOOK OF METAL abbiamo ascoltato in anteprima l’opera prima intitolata “FOR THE BRIGHTEST LIGHT “, in uscita su tutte quante le piattaforme digitali il 22 giugno 2021 e distribuito dall’etichetta discografica BMC Productions. Di chiara ispirazione Black/Ambient Metal, gli Odyrmos entrano in punta di piedi nella scena metal contemporanea dando alla luce nel passato anno horribilis 2020 un EP dal titolo ETERNAL SLEEP; il lavoro in questione, distribuito da Depressive Illusions Records, mette fin da subito in luce l’intento dichiarato e lampante del duo ellenico : angosciare, creare tensione costante, allucinare. L’intero EP sembra essere stato registrato sotto totale effetto di allucinogeni pesanti e senza dare segni di speranza e risoluzione. Il loro primo full length dal titolo “FOR THE BRIGHTEST LIGHT” non sembra affatto volersi discostare dal discorso iniziato nella precedente uscita discografica, anzi. Viene ribadita nell’album intero l’intenzione precisa di tormentare fin dalle prime note l’ascoltatore, e purtroppo tutto ciò porta all’esclusiva voluta creazione di atmosfere carcerarie e tenebrose che mal si accostano ai tappeti sonori ambientali che di tanto in tanto nel mezzo dell’opera vengono piazzati, quasi a spiazzare e a voler creare dei falsi ed ingannevoli mondi che vengono poi successivamente spazzati via dal cantare ossessivo e malato di Alan Brucke. D’altronde è difficile aspettarsi altro già ponendo attentamente gli occhi sulla copertina del lavoro, un ritratto di Caspar David Friedrich raffigurante la sinistra Abbazia Di Oakwood circondata da arbusti spogli e secchi e da un cielo a dir poco inquietante.L’iniziale THE GREAT NOTHING introduce in maniera tipicamente ambient l’ascoltatore nel malato e deviato mondo degli Odyrmos, ma successivamente nell’album viene inanellata una serie micidiale di brani a dir poco stranianti quali ODE TO THE FORGOTTEN, SORROW FOR WHAT NEVER WAS, FOR HER GRAVE e AT THE END OF FOREVER. Nemmeno la conclusiva COMETH LIGHT riesce a salvare la baracca che affonda rovinosamente con tutto l’equipaggio. Un disco di debutto che in sostanza non emana affatto la luce brillante citata nel titolo del lavoro. VOTO 5