Neker

RECENSIONE A CURA DI alessandro bettoni

Nelle innumerevoli discussioni musicali che normalmente prendo sui gruppi social uno degli argomenti preferiti , soprattutto , fra nuovi o vecchi fans dell’Heavy Metal , è sempre quello dell’importanza della sostanza sulla forma o viceversa , per cui lo chiedo anche a te , lettore di questo scritto : secondo il tuo parere è più importante ,in un album , la forma o la sostanza? A mio ,modesto , parere la sostanza , fatta di attitudine , idee e convinzione nei propri mezzi ,è largamente più importante di una registrazione ed una produzione stellari ( appunto la forma ). Tutto questo preambolo serve per presentare il nuovo lavoro di Neker , progetto solista del cantante/bassista Nicola Amadori,che si presenta così : “ Sono un cantante / Bassista che ama la ricerca di nuove sonorita equando scrivo  riffs mi ispiro a: Down, Crowbar, , Melvins, Mastodon, ,Type O Negative oltre che essere un fan di Phil Anselmo “ , lasciando pochi dubbi su cosa andremo ad ascoltare in questo album ,e con l’aiuto di Daniele Alessi alla batteria e Alessandro Eusebi alle chitarre licenzia, all’inizio di questa estate ,  la sua seconda produzione  questo SLOWER   che si districa nell’ambito di undici brani irrequieti , che pur rispondendo ad i dettami di un certo tipo di sonorità  contengono al loro interno svariate influenze , che il trio metabolizza e rende proprie per un prodotto Scuro e pesante che come una colata lavica ,avanza inarrestabile  e di fronte alla quale siamo impotenti . SLOWER , si apre con “Nosferatu” un monolite nero ,inquietante e pesante , per far subito posto a “Like There’s No Tomorrow” dove un riff sporco e schiacciante con un groove maligno fa da tappeto alle vocals , al limite del Growl , con melodie roche ed arrabbiate. L’abilita di NEKER nel cambiare tonalità vocale a seconda del momento ci porta ad un binomio di brani “Too Fierce” e “Another One”  che portano vibrazioni  grunge e mentre la voce pulita entra in gioco i  riff , lenti e oscuri , creano un’atmosfera claustrofobica , che rischia di far mancare l’aria all’ascoltatore .  In “Kind Of Pain” si manifestano in modo evidente le radici musicali della band e la predilezione per l’indimenticato Pantera’s Style, consegnandoci un brano maligno che trasuda disperazione e sofferenza , per tutta la sua durata. “Something from Nowhere “ e  “ Pretty Fucking for OK “ battono le strade del DOOM Metal ,prima maniera , con i riff lenti e cadenzati  ed una sezione ritmica pesante come un macigno che li fa avanzare come un carro armato  lento ed inesorabile , e dove si staglia la voce di NEKER salmodiante e disperata impreziosendo il risultato finale  con rabbiose  pennellate oscure . “The Birth Of Pain” dalle influenze Southern  è  un colosso oscuro e malevolo che  distrugge tutto sul suo cammino con la densità dei suoi riff schiaccianti , e voci disperate che provengono da una bolgia infernale . Si continua con la stranissima “Laura Palmer’s Theme”, brano strumentale dalle atmosfere orrori fiche ,  vagamente  ambient , dove si viene pervasi dalla sensazione di pericolo imminente con un terrorizzante urlo finale . “The World I Waiting For”  è una semi ballads  dalle atmosfere tristi  e malinconiche  , dove tutte le idee del suo compositore prendono forma ,confezionando un brano maturo , che  nel suo incedere lento dona sensazioni contrastanti , esaltata dall’ottima interpretazione vocale del singer, si snoda in un percorso tortuoso di emozioni contrastanti  portandoci inesorabilmente  verso l’ultimo capitolo di questa avventura  , “Deception of The Guardian” ,dalla forza inarrestabile dove il connubio tra  doom ed  Hardcore dà un vero e proprio taglio potente  ed incisivo supportato da una grinta che fà alzare i giri ,grazie ad alcuni parti  di chitarra veramente azzeccati , andando a concludere nel modo migliore tutto il lavoro. Slower è un lavoro , che pur non essendo di facile lettura  , convince , quasi , dal primo ascolto, senza avere la pretesa di essere innovativo, mette insieme capacità compositive . utilizzando  canoni musicali ben definiti , li arricchisce con contaminazioni sempre velate e mai invadenti e li propone in modo pulito e credibile e se anche  le canzoni hanno una durata media importante consentono alla band di sviluppare completamente ciascuna delle proprie idee   ,non risultando mai prolisse e  noiose , giocando sui punti di forza della band  ,grinta e integrità . La  produzione è  adeguata alla proposta ,mai troppo “lavorata” e con un taglio decisamente underground che rende l’ascolto graffiante e godibile .  In SLOWER  , la sostanza è  supportata dalla forma. Voto 7,5

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