RECENSIONE A CURA DI Yuri Fronteddu

Italia – Giappone – Italia. Uno split album contenente tracce di esoterismo (Malvento), guerra e satanismo (Abigail) e morte (Malauriu). Si comincia con le prime tre tracce dei Malvento, napoletani, black thrash metal a sfondo esoterico e occulto. Nati nel 1996 da un’idea di Zin (basso-voce) e l’ex batterista, Alakdul. Dopo il rilascio dei primi demo e i primi tocchi di album black metal, iniziano a rinnovare la loro line-up, a causa di decisioni dei componenti di lasciare la formazione, comparendo ad oggi come Zin al basso e alla voce, Nefastus (VTA) alle chitarre, Incinerator (Deflagrator) alla batteria e Whip agli effetti sonori dati dal synth e dalle tastiere. Effettistica udibile sin dalla prima traccia introduttiva, Intro, dove insorge una cupa e sinistra atmosfera annunciante l’arrivo della distruzione. Il narratore inneggia con liturgici auspici l’arrivo di Signore del Deserto, traccia seconda dello split album. Un lento, violento e marciante moto delle atmosfere, dove a primeggiare sono la chitarra e il basso, in evidenza davanti al velo sinistro e misterioso di un echeggiante voce cantare strofe di occulto e magia nera. Ad un certo punto, il black metal aumenta velocità, aumentando quindi la violenza sguaiata, dove la voce assume tonalità meno sussurranti nello scream, ma più ruggenti in un growl. Segue Nel Seme del Germe, altra traccia altrettanto violenta, sin dall’inizio più veloce e più ritmata della sua precedente. Qua, la chitarra e il basso seguono la stessa funzione di quella precedente, aprire le fila alle voci echeggianti misteriose. Qua, Incinerator sfrutta di più la sua gamma da formazione death e black metal, con blast beat decisamente più veementi. Spazio al Giappone, col suo thrash metal di stampo Holocross, violento, melodico. La formazione di Tokyo nasce nel 1992, da un’idea di Yasuyuki Suzuki (voce, basso e chitarre), riunendo Jero (chitarra) e Youhei (batteria). La band si è soprannominata “The Most Evil Band in Japan” e Yasuyuki Suzuki ha chiamato il loro stile musicale “street metal”. Lo si può avvertire nella loro intera produzione, in particolare in questo split album, formato da due tracce interessanti, Gods of Khaos Endless War e Bloody Your Lovely Pussy, costituite da riff veloci, melodici e incalzanti, dietro una voce dalla gamma tipica del thrash metal alla Anthrax, aspri falsetti acuti e decise grida melodiche cattive. Entrambe le tracce fungono da calmieri del black metal ai due vertici A e B. In particolare, il vertice B è rappresentato dai Malauriu, band siciliana proveniente da Sciacca, dove all’attuale formazione abbiamo Venor (voce), Schizoid (chitarre, tastiere), S.T. (basso) e Morg (batteria). La band si forma nel 2013, con all’attivo 3 EP, 3 demo, un live album, 3 split (compreso l’attuale), ma soprattutto un debut album, Semper Ad Mortem Cogitantes rilasciato nel 2017. Già in quella release hanno mostrato con classe e carisma di che pasta fossero fatti, ma in queste tre tracce in particolare si costituisce la loro parte più inevidente e più nuda. Evil Lust, la manifestazione dell’odio e dei presagi di morte. L’aura black metal più superba dello split album, dove questa volta davanti a tutti gli elementi si presenta la roboante voce di Venor, comandante e cinta dalla veemenza degli altri strumenti musicali. La ritmica è varia in base ai movimenti della traccia, costituita da strofe più o meno marcianti sotto l’aspetto della batteria, ma decise e veementi quanto l’effetto sicuramente desiderato dalla band. Conclude il cantato l’omaggio agli storici Nerorgasmo, considerabili fra i portatori della cultura anarco-punk italiana. Ripropongono, i Malauriu, Distruttore, con una chiave black metal molto interessante. Senza sfuggire alle origini hardcore punk del brano, rendono giustizia ad una traccia sicuramente invecchiata poco bene a scapito del moto evolutivo delle tendenze di nicchia attuali, votate più alla premiazione di nuove realtà indie rispetto a nuove voci metal o punk. La ripresentazione di Distruttore in chiave black metal sarà sicuramente data dalle lyrics pregne di odio, misantropia e inneggi contro l’umanità e chiudono quella che è la parte del cantato dello split, in quanto la Outro finale dei Malauriu rappresenti la chiusura alle danze in sé e per sé. Le gesta caotiche dietro le tastiere di Venor vanno a collidere in un insieme dark ambient di suoni ancestrali e oscuri. La fine di uno split, che si conclude con una strumentale a suon di campane, con alle spalle un lungo cammino tortuoso fatto di spine, sangue, tanfo mortale e oscurità. Nel complesso, lo split album si equilibra bene, in una giusta dose di oscurità (Malventu), “strascico armonico” (Abigail) e veemenza (Malauriu), ma deficita sicuramente quella parte in più di ciascuno dei tre gruppi, ossia la traccia in più, la più diversa di tutte, come per esempio la componente più violenta negli Abigail, la componente più armonica nei Malventu o la componente altrettanto più oscura nei Malauriu, tipica del repertorio nelle altre loro produzione. Spazio non riservato sicuramente da questioni di lunghezza sicuramente date da Decibel Productions, la casa produttrice di questo split, in quanto trattasi di un EP piuttosto che di un full-length split. Peccato per il mancato quid, in quanto tutte e tre le band abbiano un’ottima claque tecnica alle spalle, tali da poter aver avuto la riservatezza di un’ulteriore evidenza di ottimo black metal, in aggiunta alle tracce attuali. Come note finali, si spera che i tre nomi, Malventu, Abigail e Malauriu, proseguano su questa lunghezza d’onda circa future produzioni, essendo le tali la manifestazione di un impeccabile ciclo evolutivo, considerando i loro inizi fino a giungere, così, ad oggi. voItalia – Giappone – Italia. Uno split album contenente tracce di esoterismo (Malvento), guerra e satanismo (Abigail) e morte (Malauriu). Si comincia con le prime tre tracce dei Malvento, napoletani, black thrash metal a sfondo esoterico e occulto. Nati nel 1996 da un’idea di Zin (basso-voce) e l’ex batterista, Alakdul. Dopo il rilascio dei primi demo e i primi tocchi di album black metal, iniziano a rinnovare la loro line-up, a causa di decisioni dei componenti di lasciare la formazione, comparendo ad oggi come Zin al basso e alla voce, Nefastus (VTA) alle chitarre, Incinerator (Deflagrator) alla batteria e Whip agli effetti sonori dati dal synth e dalle tastiere. Effettistica udibile sin dalla prima traccia introduttiva, Intro, dove insorge una cupa e sinistra atmosfera annunciante l’arrivo della distruzione. Il narratore inneggia con liturgici auspici l’arrivo di Signore del Deserto, traccia seconda dello split album. Un lento, violento e marciante moto delle atmosfere, dove a primeggiare sono la chitarra e il basso, in evidenza davanti al velo sinistro e misterioso di un echeggiante voce cantare strofe di occulto e magia nera. Ad un certo punto, il black metal aumenta velocità, aumentando quindi la violenza sguaiata, dove la voce assume tonalità meno sussurranti nello scream, ma più ruggenti in un growl. Segue Nel Seme del Germe, altra traccia altrettanto violenta, sin dall’inizio più veloce e più ritmata della sua precedente. Qua, la chitarra e il basso seguono la stessa funzione di quella precedente, aprire le fila alle voci echeggianti misteriose. Qua, Incinerator sfrutta di più la sua gamma da formazione death e black metal, con blast beat decisamente più veementi. Spazio al Giappone, col suo thrash metal di stampo Holocross, violento, melodico. La formazione di Tokyo nasce nel 1992, da un’idea di Yasuyuki Suzuki (voce, basso e chitarre), riunendo Jero (chitarra) e Youhei (batteria). La band si è soprannominata “The Most Evil Band in Japan” e Yasuyuki Suzuki ha chiamato il loro stile musicale “street metal”. Lo si può avvertire nella loro intera produzione, in particolare in questo split album, formato da due tracce interessanti, Gods of Khaos Endless War e Bloody Your Lovely Pussy, costituite da riff veloci, melodici e incalzanti, dietro una voce dalla gamma tipica del thrash metal alla Anthrax, aspri falsetti acuti e decise grida melodiche cattive. Entrambe le tracce fungono da calmieri del black metal ai due vertici A e B. In particolare, il vertice B è rappresentato dai Malauriu, band siciliana proveniente da Sciacca, dove all’attuale formazione abbiamo Venor (voce), Schizoid (chitarre, tastiere), S.T. (basso) e Morg (batteria). La band si forma nel 2013, con all’attivo 3 EP, 3 demo, un live album, 3 split (compreso l’attuale), ma soprattutto un debut album, Semper Ad Mortem Cogitantes rilasciato nel 2017. Già in quella release hanno mostrato con classe e carisma di che pasta fossero fatti, ma in queste tre tracce in particolare si costituisce la loro parte più inevidente e più nuda. Evil Lust, la manifestazione dell’odio e dei presagi di morte. L’aura black metal più superba dello split album, dove questa volta davanti a tutti gli elementi si presenta la roboante voce di Venor, comandante e cinta dalla veemenza degli altri strumenti musicali. La ritmica è varia in base ai movimenti della traccia, costituita da strofe più o meno marcianti sotto l’aspetto della batteria, ma decise e veementi quanto l’effetto sicuramente desiderato dalla band. Conclude il cantato l’omaggio agli storici Nerorgasmo, considerabili fra i portatori della cultura anarco-punk italiana. Ripropongono, i Malauriu, Distruttore, con una chiave black metal molto interessante. Senza sfuggire alle origini hardcore punk del brano, rendono giustizia ad una traccia sicuramente invecchiata poco bene a scapito del moto evolutivo delle tendenze di nicchia attuali, votate più alla premiazione di nuove realtà indie rispetto a nuove voci metal o punk. La ripresentazione di Distruttore in chiave black metal sarà sicuramente data dalle lyrics pregne di odio, misantropia e inneggi contro l’umanità e chiudono quella che è la parte del cantato dello split, in quanto la Outro finale dei Malauriu rappresenti la chiusura alle danze in sé e per sé. Le gesta caotiche dietro le tastiere di Venor vanno a collidere in un insieme dark ambient di suoni ancestrali e oscuri. La fine di uno split, che si conclude con una strumentale a suon di campane, con alle spalle un lungo cammino tortuoso fatto di spine, sangue, tanfo mortale e oscurità. Nel complesso, lo split album si equilibra bene, in una giusta dose di oscurità (Malventu), “strascico armonico” (Abigail) e veemenza (Malauriu), ma deficita sicuramente quella parte in più di ciascuno dei tre gruppi, ossia la traccia in più, la più diversa di tutte, come per esempio la componente più violenta negli Abigail, la componente più armonica nei Malventu o la componente altrettanto più oscura nei Malauriu, tipica del repertorio nelle altre loro produzione. Spazio non riservato sicuramente da questioni di lunghezza sicuramente date da Decibel Productions, la casa produttrice di questo split, in quanto trattasi di un EP piuttosto che di un full-length split. Peccato per il mancato quid, in quanto tutte e tre le band abbiano un’ottima claque tecnica alle spalle, tali da poter aver avuto la riservatezza di un’ulteriore evidenza di ottimo black metal, in aggiunta alle tracce attuali. Come note finali, si spera che i tre nomi, Malventu, Abigail e Malauriu, proseguano su questa lunghezza d’onda circa future produzioni, essendo le tali la manifestazione di un impeccabile ciclo evolutivo, considerando i loro inizi fino a giungere, così, ad oggi. VOTO 8.0