INTERVISTA A CURA DI LAURA CASSARA

I Lilyum hanno oltre dieci anni di carriera alle spalle e agli esordi il sound era diverso da quello attuale. Cosa ha fatto scattare questo cambiamento?
Ciao a tutti. I Lilyum hanno realizzato otto full-length, due ep, uno split e una demo tape fino ad oggi e in tutte queste uscite le uniche che non sono in stile black metal son il primo demo del 2003 e l’ep del 2007, quando con me suonavano altri membri e avevamo un altro monicker. Quando la band era ferma tra il 2004 e il 2006 e loro se ne sono andati, hanno registrato su metal archives quelle due produzioni sotto il monicker Lilyum. Da qui ne deriva che I Lilyum, quelli partiti da me e solo da me, hanno sempre suonato black metal. Quindi no, i Lilyum non hanno mai avuto uno stile diverso, è solo la “burocrazia” che narra diversamente.
Nel 2008 esce una demo intitolata An Absence ok light con l’aiuto di Melkor alla voce. Cosa ci puoi raccontare di quel periodo? Cosa hai provato a lavorare solo con un cantante e far uscire questo lavoro?
Ricollegandomi in parte alla domanda precedente, per me è stato liberatorio riuscire finalmente ad avere la band in mano mia e suonare il genere che volevo io. Era il 2007/2008 e avevo in testa la forte volontà di fare del black metal, primo perchè negli anni avevo collezionato molte canzoni e riff, e poi volevo farlo a modo mio, e credo di esserci riuscito dato che ogni nostro album è diverso dal precedente. Melkor era un cantante e chitarrista che al tempo militava in diversi progetti underground e di cui ho perso le tracce, ma ancora ammiro il suo timbro mortifero e quasi death metal che ha messo al servizio di quella demo tape. Per quanto quella demo fosse acerba, ancora oggi la trovo molto buona. Riguardo il fatto che fossimo solo in due nessun problema, i Lilyum hanno avuto sempre delle line-up ridotte, se non in rari casi.
Nel corso degli anni si sono uniti, per alcuni periodi, altri musicisti come il cantante Xes degli Infernal Angels e il batterista Frozen. Come è stato lavorare con loro?
Xes, oltre ad essere un ottimo cantante, è uno dei miei migliori amici, anche se abitiamo a quasi 600 km di distanza. La mia famiglia e la sua sono amiche e spesso ci siamo trovati qui a Torino o da loro, nelle Marche. Gli voglio un gran bene e mi rammarica il fatto che non possiamo frequentarci più spesso. Quindi con Xes è stato bellissimo lavorare e non ti nego che mi piacerebbe ancora farlo, però adesso abbiamo tutti e due figli e famiglia e il tempo per altri progetti musicali scarseggia sempre di più. Frozen è anche un amico, anche se l’ho visto solo un paio di volte dal vivo. Un grande batterista e un ottimo ragazzo, appassionato di black metal e con uno stile musicale unico. Davvero due belle persone e due ottimi musicisti!
Altar of Fear ha in copertina dei boschi in fiamme. Che relazione c’è tra il fuoco e il titolo del disco? Come è nato l’artwork?
“Altar Of Fear” doveva essere l’ultimo album dei Lilyum, quindi il fuoco rappresentava la fine di tutto e al tempo stesso in quel periodo ero soggetto ad avere sogni e premonizioni su disastri inerenti l’umanità. Devo dire che erano forse profetici, guardando a cosa stiamo affrontando oggi col Covid-19. Inoltre sin da piccolo ho avuto una attrazione quasi maniacale per il fuoco e spesso ho rischiato in passato di dar fuoco alla casa mia o di altri, aahahahah! Sono ancora molto affascinato dal fuoco ma non saprei spiegarti precisamente il perchè, se non col fatto che tendo a distruggere tutto ciò che creo, per poi ripartire da zero. E da piccolo facevo la stessa cosa, davo fuoco ai miei giocattoli o ad altre cose perchè mi annoiavo delle solite cose. Ho sempre cercato emozioni forti, e col fuoco riuscivo a trovare sfogo alle mie pulsioni distruttive. Per fortuna crescendo ho dato un freno a questa mia mania, altrimenti sarei finite in qualche guaio serio…
La band è saldamente in mano a Lord J. H Psycho e Kosmos Reversum, i quali sono nella maggior parte dei vostri album ed ep pubblicati. Per un periodo la band fu sciolta. A seguito ci fu una reunion e la band pubblica nel 2021 un nuovo album: “Circle of Ashes”. Come siete riusciti a tirar fuori questo lavoro dopo il periodo di fermo e con tutte le problematiche della pandemia? Non deve essere stato facile. Siete soddisfatti del vostro nuovo album? Cosa vi aspetta ora?
“Circle Of Ashes” è probabilmente il migliore, o almeno, uno dei migliori lavori dei Lilyum, perchè dentro c’è tutta la tristezza e la desolazione che stiamo vivendo in questo difficile periodo, quindi ne è uscito un album freddo e cinico, a volte anche deviato e inaspettatamente incazzato. Riguardo alla sua realizzazione, io ho registrato tutte le mie chitarre a casa mia, mentre Lord J.H. Psycho si è occupato di tutto il resto. Una volta che lui ha completato il suo lavoro ho fatto il mastering finale a casa mia. Durante la sua gestazione ci siamo trovati solo un paio di volte di persona, per via delle varie restrizioni dovute alla pandemia, tutto il resto lo abbiamo fatto da soli nei nostri home studio personali. Siamo molto soddisfatti, perchè è un lavoro che spiazza per il suo suono underground, che vuole essere un calcio in culo all’attuale tendenza del black metal di diventare perfettino e omologato come un qualsiasi album che esce per Nuclear Blast o simili. Mi sono ispirato a gente come i Black Funeral per la produzione, ma ho cercato come sempre un suono che fosse solo nostro. Inoltre stavolta Lord J. H. Psycho ha davvero lavorato sodo e la sua impronta è stata determinante per la riuscita finale del lavoro. Riguardo lo scioglimento, posso dirti che dopo “Altar Of Fear” pensavamo di non avere davvero più nulla da dire e invece…
Il pezzo più riuscito dell’album quale potrebbe essere? E quello che più, secondo voi, rappresenta appieno i Lilyum di oggi?
E’ difficile dirlo perchè le trace sono molto diverse tra loro ed ognuna esprime un aspetto ben preciso del nostro sound. Ci sono canzoni lunghe e più atmosferiche come “Titanomachy Revived” o “Circle Of Ashes” che hanno un gran lavoro di chitarra e risultano più melodiche e stratificate, ma le mie preferite in questo album sono canzoni più crudeli e brevi come “Burn The Page”, “Howling Ruins Fall Silent”. Forse la migliore del lotto è “Through Vaults of Wounded Lights”, che racchiude un po’ tutti gli elementi dell’album.
Il black metal del 2021, secondo il vostro parere? Che senso potrebbe avere oggi come oggi viste le varie proposte di ogni genere?
Ha un senso se fatto in un certo modo. Ti dico subito che non mi piace molto la piega che sta prendendo il genere. A volte abbiamo ricevuto critiche riguardo il presunto suono underground di questo nostro ultimo album, e questo la dice lunga su come stia cambiando la mentalità e l’approccio verso questo genere, sia da parte dei musicisti che degli addetti ai lavori. Il black metal non dovrebbe mai accodarsi a produzioni cristalline e stili poco malvagi. Il black metal deve rimanere un genere disturbante e incurante del tempo che passa, deve scavare dentro e girare il coltello nella piaga. Noi non facciamo album per piacere agli altri, ma facciamo album che piacciano a noi stessi in primis, perchè ancora sentiamo il bisogno di esprimerci in questo stile, che ci permette di buttare fuori tutto lo schifo che abbiamo dentro. Il black metal è quindi uno stile di vita, non solo un genere musicale. Questo lo devono tenere a mente in molti e non dubitare di questa affermazione, perchè è come il punk o l’hardcore, ci va attitudine e predisposizione.
State collaborando presso l’ucraina Vacula Productions. Come mai questa scelta? Come vi state trovando? Lavora diversamente rispetto alle altre etichette?
Abbiamo realizzato gli ultimi due full-length con la Vacula Productions, ma penso che per la prossima uscita ci guarderemo un po’ intorno. Non perchè ci siamo trovati male, ma perchè speriamo che qualcuno possa fare qualcosa in più sotto il profilo promozionale. Ad esempio, quest’ultimo “Circle Of Ashes” in Italia è distribuito da Wine and Fog, che spero ci dia una mano nel far girare il più possibile il nostro album. Comunque l’album si puà trovare anche presso la mia label Broken Bones Records & Promotion, che ha realizzato l’album in co-produziine con Vacula.
La “follia” (in senso buono) che emerge nel cantato di Lord J. H. Psycho era preventivabile? Quando cantava ancora nei dischi più datati dei Lilyum aveva un timbro differente? Spiegateci in che modo un musicista può arrivare a modificarsi.
La sua follia è sempre stata presente nei nostri dischi, perchè come ti dicevo, per noi suonare black metal parte da prima, ovvero da un modo di essere che poi finisce nei nostri album. Lui, come è normale che sia, si è evoluto fino ad arrivare ad avere uno stile davvero inimitabile e molto versatile che calza a pennello coi Lilyum. E’ davvero un grandissimo cantante oltre che polistrumentista e averlo al mio fianco è una fortuna!
Essendo un periodo piuttosto particolare, come vivete la pandemia in corso?
Sul fronte live, non ne facevamo e non ne faremo, quindi a livello di band la cosa non ci ha intaccato. A livello personale devo dire che io non la sto vivendo molto bene e credo che forse sia giunto il tempo di riaprire un po’ il mondo gradualmente anche a scapito di maggiori contagi, perchè questa non è vita, è una semi prigionia. E noi uomini non siamo fatti per vivere così, non siamo pesci rossi in una bolla di vetro. E anche loro vivono male in quella bolla, quindi non devo aggiungere altro. Preferisco morire vivendo che sopravvivere con la paura del contagio.
Anticipazioni sulla band?
Davvero non saprei cosa dirti! Aspettiamo un attimo e vediamo, il disco è appena uscito e ho un bimbo piccolo a cui badare, ma vorrei realizzare almeno un altro album coi Lilyum.
L’intervista è terminata volete aggiungere qualcosa? Qualche news in vista?
Forse avremo un grande batterista nel prossimo album e per noi sarà un onore e un valore aggiunto, ma non vogliamo svelare ancora nulla, perchè di questi tempi è già molto difficile realizzarli, gli album. Un saluto a tutti i nostril alleati e supportate coi soldi l’underground. Fidatevi, è l’unico supporto che conta.