
La parola Halloween è entrata ormai nell’uso comune e deriva dall’espressione anglosassone “All Hallow’s Eve” che si traduce proprio con “la vigilia di Ognissanti” e riprende l’antica festa celta di Samhain. Nel 998 fu l’abbate Odilone di Cluny a richiedere espressamente che in tutta Europa si potessero commemorare tutti i defunti a partire dai vespri di Ognissanti. Da allora è festeggiata in tutto il mondo dal Messico all’Irlanda, dagli Stati Uniti all’Australia e in ogni paese assume caratteristiche peculiari che la rendono unica. La tradizione italiana non è da meno, anzi prevede tantissimi festeggiamenti con diverse varianti addirittura da regione a regione.L’usanza di lasciare la tavola imbandita, mettere dei lumini accesi tutta la notte, recarsi al cimitero a portare i fiori e ascoltare le campane che risuonano a morto è usanza comune a tutte le regioni.Anche in Italia è usanza offrire cibo e prevalentemente dolciumi, acqua o un bicchiere di vino a chi bussa alla porta e fin dal medioevo prendeva il nome di “carità dei morti”. I cibi preparati in questo periodo sono base di zucche, fichi e castagne. Ma tipici del nostro folclore sono i dolci con varianti diverse in ogni regione.I dolci più diffusi sono le “ossa di morto”: biscotti secchi ricoperti di glassa presenti in Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Toscana, Campania e Sicilia. Assai diffuse anche Le “Fave di morto” dolci simili ad amaretti presenti in Friuli, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Lazio e Umbria. Il “pan dei morti” è invece un panino morbido dolce tipico della tradizione Lombarda mentre in Toscana si chiama Pan con i Santi. In Abruzzo, in Puglia e in Calabria è tradizione intagliare le zucche. In Campania si usa preparare “il torrone dei morti” che è morbido e di cioccolata. E il “monachino” un altro torrone a base di nocciole e cioccolato.In Basilicata e in Puglia si prepara “il grano dei morti” preparato con grano, noci melagrana e vino cotti insieme In Sicilia prevalgono invece i dolci con la pasta all’uovo come “le dita d’apostolo” o con la pasta di mandorle come la frutta di Martorana. In Sardegna è usanza che i bambini girino di casa in casa chiedendo biscotti e frutta secca.
Il fascino della festa di Ognissanti é proprio la celebrazione di un banchetto funebre in cui vita e morte si siedono a tavola insieme. Il cibo rappresenta l’emblema della vita e del sostentamento ma possiede nomi che ricordano l’aldilà. Questo tipi di banchetti per commemorare i defunti erano già usanza nell’antica Roma e in Grecia.La vita, in tutte le sue culture, è piena di riti di passaggio, e la morte é considerata come il più grande di essi.Ed é stupefacente come, in questo periodo dell’anno, con tutte le usanze differenti in ogni parte del mondo, un argomento solitamente taboo come la morte, venga celebrato, anzi addirittura trattato come un vecchio amico, con cui banchettare, festeggiare, e celebrare chi ci ha lasciato ormai da tempo, ma di cui mantenere vivo il ricordo.
