Kravgi

RECENSIONE A CURA DI ALEX DELARGE

Tracklist:
1. Το Δέντρο Της Ζωής (The Tree Of Life) 
2. Κραυγή (Scream) 
3. Το Θαύμα Της Ζωής (The Miracle Of Life) 
4. Το Φαράγγι Όπου Έκρυψα Την Ψυχή Μου (The Rift Where I Hid My Soul) 
5. Μνήμες (Memories)

Dalla Grecia/Brasile arriva questo duo che vorrebbe proporre, forse, depressive black metal. Ora, io credo che dopo quasi trenta anni di ascolti black metal sul groppone qualcosa ne capisca, e quindi so riconoscere quando c’è della qualità in questo genere musicale, spesso offuscata da produzioni al limite dell’ascoltabile e voci distorte. In questo, i qui presenti Κραυγή non ci lasciano mancare nulla: tutto in questo album è totalmente lo-fi, ed è davvero arduo a volte distinguere ciò che stanno suonando. Voce distorta, batteria quasi inesistente, chitarra che è un ronzio perpetuo e… fastidioso. Fastidioso come è questo ep, per essere totalmente sinceri, ma forse non nel senso negativo del termine. Onestamente credo che questo genere di prodotti fossero già scadenti (e scaduti) negli anni novanta e che al giorno d’oggi appaiano quantomeno anacronistici. Nonostante tutto ciò, che logicamente ha più a che vedere con miei gusti personali, devo riconoscere che ogni tanto questo ep offre quel senso di marciume e di “schifo” che si è un po’ perso nel genere. Un genere, il black metal, che a mio avviso si è un po’ troppo contaminato con altri stili e si è a volte troppo raffinato, tanto da non essere, in molti casi, più black metal. Ecco, in questo ep il black metal c’è, ed è questa la notizia più positiva che ho da darvi in merito. C’è quel senso di menefreghismo e nichilismo che da sempre accompagnano questo genere.  E quindi, tirando le somme, come dobbiamo vedere questo dischetto? Forse alla fine bisogna, come si suol dire, vedere il bicchiere mezzo pieno. E forse in questo caso lo è. Non mi rimangio nulla di ciò che ho detto in apertura. Io un ep del genere personalmente non lo comprerei, ma rimane il fatto che fa piacere sentire qualcuno che ancora non si piega alle mode imperanti. C’è qualcosa che mi fa associare questa band ad alcune cose dei Black Funeral, quelli dei primi album, quindi spero che il paragone vi sia utile per capire di cosa stiamo parlando, sebbene qui non vi siano le svisate elettroniche ed ambient della band di Michael W. Ford, ma il caos imperversa, avvolto in un alone putrescente e malsano. Ep controverso e tutto quello che si vuole, ma che potrebbe risultare affascinante per qualche mente deviata. VOTO 6

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