Hot Sunday Blood

RECENSIONE A CURA DI LEONARDO FABBRI


Googleggiando in una serata come questa, scrivo per curiosità HSB come riportata nella loro bio. Come prima voce in lista appare (Hue Saturation Brightness) concetto propriamente associato al metodo di addizione dei colori. Rifletti un po’, giusto il tempo di associare che “Kein Licht” (senza luce) è la traduzione dell’ultima fatica dei torinesi HOT SUNDAY BLOOD comparendo nei loro lavori con la sigla HSB. È un buon inizio, quindi incuriosito da questa coincidenza vado un po’ più a fondo e mi avventuro in una discreta “Mole” di materiale presente sia a livello di social che nei canali video etc etc.
La band esiste da oltre cinque anni (2015), con alle spalle già due corposi lavori discografici di una decina di brani ciascuno, nello specifico “Someone Left Behind” esordio 2015 con prima formazione e “New Omega” del 2017 con la formazione attuale con a seguito molte date live e numerosi videoclip presenti sui canali social e di condivisione.
Alla fine del 2019 viene lanciato un EP di sei brani “kein licht”, lavoro circa 20 minuti con evidenti venature metal a fronte di un passato orientato più sul genere rock e grunge. L’inizio è un intro di circa 2 minuti “Habits Abyss”. La parte vocale iniziale è pressoché parlata, a tratti sussurrata, in sottofondo l’arpeggio di chitarra restituisce un’atmosfera intima. Un buon brano che fa da apripista alla title track “kein Licht” che riprende l’aria della precedente fino ad abbandonare la base sintetizzata per dare spazio all’intro di batteria. La scena si trasforma con ritmiche più aggressive e consone al genere di stampo Alternative Metal. La voce spazia con tonalità più rabbiose fino a sfociare in un duetto vocale dove Moses contribuisce con una eccellente interpretazione. La parte musicale colpisce per potenza dei fraseggi di chitarra e per gli assoli belli e incisivi. La parte finale arricchisce il già ottimo arrangiamento. Il brano a seguire è “No Way Out”. Le sonorità iniziali e l’acchito vocale sono in pieno stile Manson, causando una carenza di interpretazione vocale, risultando un leggermente piatto e distaccato. Notevole differenza della parte strumentale che risulta ben armonizzata e strutturata soprattutto nella parte degli assoli di chitarra sia nella parte ritmica presente e precisa, la cui resa dinamica sonora è esaltata da un ottimo lavoro alla consolle, infatti Kein Licht suona bene dalla prima all’ultima nota. Andiamo oltre e “Long Winter’s Embrace” ha potenzialità da vendere, per il sound serrato, corposo, la linea basso batteria sempre precisa e la parte vocale dove si nota che ci sono indiscusse qualità. È un brano di impatto e trascinante. Purtroppo, la parte di chitarra solista presente in “Time Machine” a supporto della parte vocale mi disturba molto, risultando a mio giudizio veramente fuori contesto giudicando il brano di gran lunga inferiore livello rispetto alle precedenti. Fortunatamente “40 Steps” rilancia l’intero lavoro che considero il miglior brano dei 6 proposti. Questo brano lo considero un riassunto di quanto di buono possono fare HSB in termine di potenza, interpretazione e qualità musicale. Bellissima atmosfera, brano piuttosto complesso e ricco di sfumature fino a tal punto di trovare analogie nello stile interpretativo di Bowie fino a fraseggi di alcuni brani dei Rush. Il finale interrotto bruscamente sorprende e lascia sospesi.
Kein Licht è indubbiamente differente dai primi due lavori, e mi voglio comunque complimentare con HSB per l’obiettivo di mettersi sempre in gioco, con nuove esperienze, con nuove scommesse, valutando sempre l’aspetto di essere sempre originali e diversi. Nonostante molti ascolti di Kein Licht ho avuto anche il piacere di ascoltare anche il resto del loro ottimo materiale, confermando che HSB sono una band seria, cresciuta, e pronta per nuove esperienze. Complimenti alla copertina e concludo presentando gli HSB: Andrea Amerini (voce), Marco Piozzi (chitarra), Andrea Zanellato (chitarra, cori), Carlo Borra (batteria) e Paolo Iulita (basso, cori). VOTO 8

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