Geometry Of Chaos

RECENSIONE A CURA DI ENZO “FALC” PRENOTTO

Fabio La Manna non è del tutto nuovo nell’ambiente musicale. Prima con i gotici My Craving, poi negli Alchemy Room per arrivare ad un progetto solista che diede alle stampe un interessante disco come Res Parallela targato 2013. A Fabio, a quanto pare, non piace starsene con le mani in mano e decide di sviluppare qualcosa di semi differente ovvero i Geometry Of Chaos che non è esattamente un gruppo vero e proprio ma una one man band con diversi ospiti tra cui il batterista Davide Cardella che figurava anche egli nell’ultimo periodo di vita (almeno per ora) degli stessi Alchemy Room. Il debutto di questa nuova avventura si intitola Soldiers of the New World Order, una sorta di concept fantascientifico che punta al prog metal come modalità di espressione creando una sorta di ponte tra gli esperimenti del passato e l’attuale progetto solista. Ciò che viene fuori è un corposo lotto di canzoni (per la maggior parte lunghe e complesse) che cerca di unire i tecnicismi della scuola americana con una leggera spruzzata di melodia della scuola tipicamente europea provando anche a sperimentare infilandoci dentro dei tocchi più cinematografici da colonna sonora. Lo schema delle canzoni è abbastanza basilare e ruota prevalentemente intorno ad un susseguirsi, fortunatamente non troppo fine a sé stesso, di tecnicismi assortiti che poi sfuma in assolo dall’alto carico emozionale aggiungendo qualche linea vocale che dà quel tocco più immediato alle tracce. La chitarra di Fabio è spesso protagonista (notevoli anche le linee di basso) e si diletta a creare paesaggi sonici con tocchi di musica classica (saltano subito all’orecchio i giri prog/thrash dei Mekong Delta) nell’opener “Idolatry” con le sue scorribande impazzite nel finale o anche nella successiva “Joker’s Dance” decisamente più ritmata e teatrale con degli interessanti intermezzi acustici. Si percepisce una tecnica sicuramente alta ed allo stesso tempo un gusto raffinato per le cesellature soliste. Con il passare dei minuti però emerge un certo senso di pesantezza eccessiva. I brani si allungano troppo ed a volte si esagera con i tecnicismi come se si volesse dimostrare qualcosa. Fortunatamente i musicisti riescono a tenersi a freno grazie ad indovinati episodi come l’atmosfera dark gotica settantiana di “Observer” o le sfiziose danze ritmiche della strumentale “Garage Evil” fra basso e batteria ed assolo imperiosi o anche l’inquieta “Premonition” piena di riffs nervosi e ritmiche ricercate. E’ comunque un album godibile che si arena in poche occasioni ma che avrebbe potuto sfruttare di più il vocalist Marcello dotato di un’ugola dinamica tra il roccioso ed il melodico ma che viene messo troppo in ombra dalle impetuose scorrerie strumentali (un po’ come i Dream Theater del nuovo millennio) non riuscendo mai ad incidere nelle strofe o nei ritornelli troppo anonimi. L’apice viene però raggiunto dalla finale e titletrack “Soldiers of the new world order”, traccia davvero intensa e molto cinematografica con tinte elettroniche e tanti piccoli tocchi sperimentali che fanno venire fuori il vero spirito prog in senso stretto del termine dove si riusciva a far convivere tecnica, melodia e sperimentazione senza che nessuno potesse prevalere. E’ un po’ un peccato che uno dei più grossi difetti che ha il prog metal di questa nuova ondata è che ci si ricordi poco le canzoni se non si è dei patiti degli strumenti. Servirebbe più cura a creare anche delle melodie memorizzabili. I Geometry Of Chaos si rivelano comunque essere una spanna sopra molti colleghi grazie all’esperienza multi sonora del leader Fabio.
Un esordio con molte potenzialità e che potrebbe essere un piccolo punto di partenza per riportare il prog metal su binari meno autolesionisti e masturbatori che sono stati fin troppo percorsi. Consigliati come anche il disco solista di Fabio che merita più di un ascolto. VOTO 7.5

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