Edgeline

RECENSIONE A CURA DI ALESSANDRO BETTONI

Gli innumerevoli ascolti , dei generi più disparati di rock e metal , mi mette nella condizione di farmi idee sui album che ascolto , molte volte paragonandoli a lavori che ho ascoltato ed amato nel corso degli anni ed il primo impatto che ho avuto con questo “Leave“ dei milanesi EDGELINE mi ha fatto esclamare: “ Caxxo un nuovo lavoro dei Warrior Soul “ , che poi nell’andare avanti negli ascolti la mia prima impressione è risultata errata , ma l’attitudine , la rabbia oltre a dei testi molto forti mi ricordano molto la band di Kory Clarke. Gli EDGELINE , composti da Andrea Riva alla voce , Riccardo Pasquinelli e Marco Adami alle chitarre ,Edoardo Panzera al basso e Riccardo Ronchi alla batteria , licenziano un album dalle innumerevoli influenze che vanno dal grunge all’hard rock passando per parti psichedeliche ed attitudine Punk, per un prodotto finale poliedrico , arrabbiato ,potente , dove la parte lirica ha un impatto importante nella struttura dei brani , denunciando un malessere ed un disagio tangibile. L’album parte con un trittico di brani da brivido “Burn it Faster “ dall’impatto granitico dove a digressioni post Grunge fa da contraltare un cantato rabbioso ,stanco delle storture della nostra società , “Rise Above “ continua sulla falsariga del suo predecessore ,mettendo in mostra una sezione ritmica compatta ed un lavoro delle due chitarre veramente pregevole , e “Breakout “ molto più debitore a strutture Hard rock a livello musicale ,ma con una parte lirica pregna di ribellione (I’m breaking up my chains ,I’m breaking out of my prison ………. I will wash my blind eyes ,this is the right time ,I will take charge of my life ) dall’impatto emozionale forte , che fa riflettere. “ Before you Fall Again” si addolcisce musicalmente nelle strutture , con cambi tempo azzeccati e solos chitarristici dal gusto classico mentre “Take what is Left ” , rialza la tensione con ritmiche rocciose , potenti e precise , un chitarrismo schizofrenico ed un refrain nervoso ed incazzato. “ Never learned to Sleep” è quasi una semi ballad dal sapore psichedelico ,che letteralmente esplode nel ritornello, da urlare al cielo ancora e ancora . “Trough the Haze “ dall’incedere marziale , musicalmente deve tutto all’heavy metal classico , con una sezione ritmica tellurica ed un comparto chitarristico aggressivo e preciso ci trasporta in atmosfere tetre ed elettriche e ci introduce alla successiva “Silence “ ballad dal sapore classico , dalle atmosfere ariose e con grandi solos chitarristici e da un testo triste ed introspettivo . Grande prova vocale sofferta ed emotivamente toccante .Ci avviamo verso la fine con “ The Day I’m Gone “ ,brano poliedrico , dove in una base hard rock vengono immessi elementi riconducibili al blues ed al rock classico,oltre a disgessioni psichedeliche , per un risultato finale godibile ed interessante .Chiude l’album “Green Water “altra ballad dal crescendo musicale importante e dall’alto tasso emotivo ,con un testo dall’ interpretazione contrastante , unita ad una prova vocale veramente superba .Questo “LEAVE” non cambierà sicuramente la storia della musica ma arrivato alla fine dell’ascolto mi resta un gran senso di soddisfazione ed ho ascoltato buona musica , con dei testi che mi hanno fatto riflettere , in questo momento non potevo chiedere di meglio . VOTO 7.5

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