RECENSIONE A CURA DI Matteo “Kid M” Nazzarri

Sarò estremamente sincero con voi… Nell’arco temporale che finora ha contraddistinto e caratterizzato la mia esperienza musicale ne ho ascoltati davvero a vagonate di generi, sottogeneri, varianti di sottogeneri e derivative solbitiche della musica tipicamente etichettabile come metal. Ho ascoltato tantissimo il genere speed metal, heavy metal, prog metal, black metal, death metal, trash metal… Ma davvero il genere Sci-Fi progressive metal non si era finora mai palesato nemmeno nell’angolo più remoto e recondito della mia mente, dei miei pensieri, dei miei intenti sentiferi e pagani. Occorre che io ricorra al cilicio per fustigarmi senza pietà affinchè il Sacro Dio Sci-Fi pervada di colpo senza via di reversibilità l’habitat che accoglie la mia materia grigia ? Dopo un’attenta ed accurata analisi sono giunto alla conclusione che posso sentirmi decisamente salvo da questo immenso peccato, poiché i CHAOS OVER COSMOS tutto mi sembrano tranne che i Messia di questo nuovo genere musicale del quale ignoravo l’esistenza fino ai giorni nostri. Il gruppo dei CHAOS OVER COSMOS si forma nell’anno 2017 in quel della Polonia (Varsavia per la precisione) dalle menti di Rafal Bowman e KC Lyon. Hanno dalla loro all’attivo un paio di albums da studio dai titoli “rivoluzionari ed innovativi” come THE UNKNOWN VOYAGE e THE ULTIMATE MULTIVERSE. Rivoluzionari ? Sì, come no… Tutto sembrano fuorchè dei titoli degni di nota, siamo onesti. Ed ecco che i nostri amabili e temerari esploratori degli spazi siderali ed oltre giungono nell’anno corrente 2021 alla pubblicazione del loro EP THE SILVER LINING BETWEEN THE STARS (con i titoli non facciamo certo progressi), pubblicato il giorno 1 agosto 2021 su tutte le piattaforme digitali. Il suddetto EP presenta al suo interno, come da note di etichetta discografica, “un’epopea virtuosistica di 5 tracce con storie di serial killer interstellari, wendigo introspettivi e critiche nichiliste alle istituzioni religiose. Con melodie di chitarra meravigliosamente complesse, ritmi densi, testi poetici e consegne vocali appassionate, questo album offre una galassia armoniosa piena di caos organizzato. Laddove la musica canta ottimismo, i testi e la voce offrono un avvertimento di sventura e inganno”. Ma stiamo scherzando davvero o cosa, ragazzi ? L’EP si apre con VIOLENT EQUILIBRIUM, un brano che sembrerebbe anche iniziare in maniera delicata ed atmosferica l’intero lavoro discografico ma che poi sfocia quasi subito nel cantare del frontman che non sa né di carne né di pesce. Un growl ossessivo, ossessionato ed ansiogeno che onestamente abbia ben poco a che fare con questo genere spazioide e scientificoide. Stessa sorte tocca anche ai brani che devastano la mente dell’ascoltatore durante tutto l’intero minutaggio : THE LAST MAN IN ORBIT, ETERNAL RETURN e CONTROL ZED hanno tutti quanti più o meno la stessa linea rossa che li accomuna, ovvero l’ansia. Ansia ingiustificata, ansia esclusivamente fine a se stessa, ansia totalmente scevra da qualsiasi buon fine. Nemmeno la conclusiva THE SINS BETWEEN THE STARS, con i suoi ridondanti 9 minuti e 57 secondi che posso essere equiparati ad una tipica composizione prog dell’epoca d’oro anni ’70, riesce con le unghie e con i denti a sopravvivere al nubifragio in corso. In conclusione, un lavoro evitabile. VOTO 5.0