Chaka

RECENSIONE A CURA DI ENZO “FALC” PRENOTTO

Approcciarsi al primo EP degli Chaka equivale ad entrare in un mondo musicale totalmente estraneo al mainstream; è un mondo che vive di volumi osceni, di salette da concerto pericolanti e personaggi poco raccomandabili. Eppure in qualche maniera ci si sente come in una sorta di Famiglia Addams, uniti in un mondo oscuro eppure il calore che emerge fa sempre sentire a casa. La band è un side-project del bassista di New York Mark Sokoll. Mark è in giro fin da metà degli anni 80’ ed ha fatto parte come bassista/corista di diverse bands del circuito punk/hardcore locale. Nel dicembre 2019 decide di mettersi in proprio e pubblicare questo Neanderthal Tales, un quattro tracce che vede Ty Canon alla chitarra e ben tre batteristi diversi (due di loro sono membri attuali dei Darkside). Non è proprio semplice descrivere nell’immediato la musica dei Chaka. Il trio americano spara sull’ascoltatore quattro missili nucleari in perenne bilico tra rumore e pazzia. Partendo da suoni totalmente lo-fi (coerenti con l’approccio DIY dei musicisti coinvolti) e grezzi, la band va direttamente al punto con la prima traccia “Flak” dove si avverte l’uso di un basso prepotente e grassissimo che sarà sempre il protagonista nelle composizioni. Vi è un marcio mix di Hardcore/Punk con il doom metal più più sporco grazie anche a vocals luride. La seconda traccia “The Battle Hath Begun” vira più sul doom/thrash metal lugubre ed imbastardito con lo sludge. La chitarra diventa stridente e rugginosa mentre il basso gratta senza pietà e la batteria martella all’infinito. Vengono fuori anche delle atmosfere dark molto anni 70’ sciolte però nell’acido grazie a degli assolo che sono puro rumore. La sensazione di mentalità deviata diventa più palpabile nelle due rimanenti tracce. La prima, “Anthroapology”, ricalca la mano sull’assenza di ritornelli puntando su strofe schizzate e sputate in faccia mentre in “Defekt” il fracasso è imperativo immerso in un hardcore velocissimo. E’ un lavoro fortemente underground che pare quasi una DEMO con i suoi pregi e difetti rimandando alla scena degli anni 80’/inizio anni 90’ quando ci si scambiavano le musicassette per posta. Non si sa dove la band arriverà ma al momento è molto azzardato puntare al frastuono seppur abbia idee decisamente interessanti. Un EP passionale e fatto sicuramente con il cuore ma che potrebbe finire nel dimenticatoio per il suo essere troppo legato ad idee ed una cultura sorpassate da troppi anni. Non si vive di soli ricordi. Difficile anche dare un voto; si prenda la valutazione con le molle ed allo stesso tempo gli si dedichi un ascolto, ne varrà comunque la pena. VOTO 6.0

(Satan Wears Suspenders, Inc., 2019)

1. Flak
2. The Battle Hath Begun
3. Anthroapology
4. Defekt

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